Benché elencata come villa vicentina, sul finire del Duecento la sua chiesa, dedicata solo a san Pietro, dipendeva da Montegalda in diocesi di Padova. Nell’alto medioevo “Villa Barbano” apparteneva ad alcuni nobili dell’Alta Padovana, tra cui gli Ezzelini e i Camposampiero, che nel 1085 la donarono al monastero dei Santi Eufemia e Pietro di Villanova (ora Abbazia Pisani).
Probabilmente a causa dei suoi pochi abitanti e dei suoi scarsi beni a metà del Quattrocento venne unita alla chiesa di Santa Maria di Grisignano di Zocco. A Barbano rimanevano però battistero e cimitero. Dopo il 1618 divenne curazia, ma il curato veniva eletto da Grisignano da cui continuava a dipendere ancora a fine secolo.
Nel primo dopoguerra, col rapido aumento della popolazione, la vecchia chiesa lungo la strada Padova-Vicenza divenne insufficiente e nel 1926 si pose la prima pietra della nuova in stile romanico, inaugurata nel 1927.
Lo stesso anno fu elevata a parrocchia e nel 1939 consacrata. Nel 2007 sono stati restaurati campanile ottocentesco e battistero del Settecento.
I due titolari della parrocchiale di Barbano, sono ritratti nella pala d’altare che si trova nella parete di fondo del presbiterio. L’olio su tela, risalente alla prima metà del 18° secolo, viene ricondotto dagli studiosi alla cerchia di Giovanni Antonio De Pieri detto lo “zoppo”, pittore vicentino operante nel territorio della repubblica veneta tra Rovigo, Vicenza e Verona. Allievo del concittadino Francesco Maffei, di cui riprende lo stile manierista e l’esuberanza barocca, ebbe come aiutante una pittrice vicentina, di nome Rosa Pozzolo. I santi sono ritratti insieme a un gruppo di putti alati che sembrano quasi giocare con loro, come quello che sta porgendo le chiavi del paradiso a san Pietro. È opera del 20° secolo il crocefisso esposto nel presbiterio, in legno e metallo dorato, di ambito veneto.
(tratto da Atlante delle Parrocchie - La Difesa del Popolo - Diocesi di Padova, 2010)